VILLA CONTARINI non è soltanto una delle più grandi Ville
venete ma anche quella che suscita
maggiormente il senso della meraviglia, dello stupore, forse la più
fantastica di tutte.
Per la sua grandiosità è stata definita – reggia – o – Versailles veneta – ed è inclusa
tra le residenze più vaste d’Europa.
Il nome Piazzola sembra alludere al grande piazzale che si apre davanti alla Villa, ma la
denominazione risulta più antica della
Villa e Placiola o Plazola o Plateola, è già citata
in documenti del
Duecento e del Trecento.
Sin dal 1268 il territorio di Piazzola apparteneva
alla città di Vicenza e vi sorgeva un
castello che apparteneva alla famiglia
Dente poi dei Belludi ed
infine dei Carrara.
Sarà proprio un componente della famiglia Carrara, Jacopo,
che lascerà in eredità tutti i beni di Piazzola alla figlia Maria, la
quale nel 1413 sposò un nobile veneziano, Nicolò Contarini che darà il nome
alla dimora.
La famiglia Contarini
fu molto importante nella vita della
Repubblica veneta, si contano
ben otto Dogi, e quarantaquattro
Procuratori di San Marco, la carica
di Procuratore fu una
delle più prestigiose della Serenissima.
Il primo doge della famiglia, fu Domenico Contarini che governò dal 1043 al 1071, fu lui che si
occupò della ricostruzione della Basilica di
San Marco che per la cura, l’amministrazione venne istituita la figura
del – Procuratore di San Marco
- la dignità più alta dopo quella del doge.
La famiglia Contarini si stabilì a Piazzola nel 1413 ma la
Villa sorge più tardi nel 1546 sui
ruderi di un antico castello totalmente
scomparso, ma una traccia la si può cogliere nello zoccolo sopra cui si innalza
la parte centrale della dimora.
I committenti della
Villa furono Francesco e Paolo
Contarini, la paternità
dell’architetto è attribuita ad Andrea Palladio, anche se rimane qualche
incertezza.
La dimora si
sviluppa in senso orizzontale per 178
m. si compone di un corpo centrale, di
due ali laterali ed è di stile barocco. E’ dotata di una bella recinzione a
balaustre e statue, con cancello che porta in alto lo stemma dei Camerini.
Antistante la Villa
si trova una grande piazza
semicircolare.
La Villa è estremamente unitaria, altisonante e fantastica sia nell’architettura che
nella decorazione
plastica e negli affreschi.
Ma sarà nella seconda metà del Seicento – forse 1676 - che la dimora con Marco Contarini ebbe una
radicale trasformazione sia all’interno che all’esterno.
All’esterno presenta
una forte decorazione plastica di
telamoni ( statue di uomo che nelle parti
esterne di un edificio, fungono da colonne) con molto
sfoggio di ornamenti
attorno alle finestre, ai portali.
Marco Contarini nato nel 1632, ricoprì numerose cariche, fu
podestà di Chioggia, Procuratore di San Marco, della Zecca.
Fu un uomo di
profonda cultura, amava il teatro,
la musica e all’interno della
Villa trovò una soluzione geniale per permettere l’ascolto della musica
anche agli spettatori che si trovavano nell’atrio.
Creò la Sala della musica facendo predisporre
quattro ballatoi in alto della
Sala in cui
si disponevano i
suonatori. La musica
riflessa dal soffitto
si riproduceva nel
vano sottostante.
La sala si chiama anche Sala della chitarra rovesciata ed ha
una acustica perfetta che ancora oggi è luogo di incisioni per orchestre.
In Villa Marco Contarini
organizzava ricevimenti, manifestazioni
spettacoli teatrali, giochi, naumachie
ed il profondo significato di –
Villa Contarini – rispetto ad altre dimore, è proprio qui: in
un’intensa attività culturale !
Alla Villa si accede attraverso una cancellata
settecentesca pregevole con statue al
di sopra dei pilastri attribuite allo scultore Antonio Tarsia. Al primo piano
si accede attraverso una gradinata che porta nell’atrio dove ai lati ci sono i
gessi di due leoni, opere queste dello scultore Luigi Ceccon.
Premesso che la Villa si compone di oltre 60 Stanze e che
tutte meriterebbero di essere illustrate, ma per ragioni di spazio ne
citeremo solo alcune mentre si consiglia la vista dell’intero complesso architettonico.
Si entra nella Sala delle Audizioni dove venivano ascoltati i concerti eseguiti nella
Sala della musica.
Interessanti
sono i ritratti della coppia
Maria da Carrara e Nicolò Contarini, nonché
di Marco Contarini ed altri.
Molto bella è la Sala da pranzo con un bel camino cinquecentesco
e con arredamento di fine
Ottocento, con inciso delle
sedie, lo stemma dei Camerini.
Attigue si trovano,
inoltre, la Sala da fumo, la Sala
della Storia Sacra, La Loggetta, la Sala d’ Armi, la Sala
da Ballo detta anche degli Stucchi
secenteschi che forniscono un aspetto solenne e fastoso, la Sala delle Maioliche, la Sala dei Disegni, dove c’era una ricca raccolta di disegni, la Scala
dei Giganti con dipinti
del pittore Vincenzo Torti e
gessi di Luigi Ceccon.
Attraverso la Scala
dei Giganti si accede al secondo piano dove si trova la grande Biblioteca divisa in cinque vani e qui vennero sistemati dai Camerini
ben 40.000 volumi, che purtroppo negli
anni, andarono dispersi.
Si prosegue con l’Anticamera
del Duca, la Stanza da letto, il Salotto
da lavoro della Duchessa,
la Sala degli Specchi, Salottino
dei pastelli, ecc.
Un’altra Scala
porta al terzo piano, dove c’è la parte
superiore della Sala della musica o della
Chitarra rovesciata, seguono
la Sala Quattro Stagioni che contiene affreschi
secenteschi, la Sala degli Strumenti dove si tenevano
gli strumenti musicali.
Questo locale
contiene, anche una preziosa
serie di mappe che abbracciano tre secoli di storia riferiti alla Villa ed a
Venezia.
Scendendo giù si arriva
al piano terra dove si incontra
la stupenda Sala delle Conchiglie
che è una delle Sale più caratteristiche della Villa
utilizzata per conferenze, convegni, ecc.
Nel 1848 venne adoperata
dalle truppe tedesche come scuderia e subì molti danni ma per fortuna
venne restaurata nel 1920.
Da questa Galleria si
passa alla Sala della Scherma dove si
conservano i pannelli in gesso dipinti
dal Torti.
Si passa poi alle Cantine
dei tedeschi, chiamate così,
perché nel corso della seconda Guerra mondiale i militari tedeschi le avevano adibite a posto di ristoro.
Si oltrepassa la Sala delle Alabarde – armi ad asta lunga
– e si arriva alle Cantine di
Palladio.
Dalle cantine si
accede al Museo Lapidario che
contiene pezzi che provengono dal
Museo Naniano.
Alla fine del Museo
Lapidario c’è un
passaggio ligneo che si collegava con le Vecchie Foresterie cioè
la lunga ala che si trova
nella zona ad est della Villa.
Passando attraverso le Vecchie
Foresterie e sopra un cavalcavia, si raggiungeva il Tempio di Temanza di stile neoclassico,
chiesetta oggi in gestione della parrocchia.
Alla fine del
portico ci sono le Peschiere che al
tempo dei Contarini si tenevano spettacoli con
imbarcazioni.
Oltre le Peschiere ci sono le Scuderie che ospitano 24
Stalli Monumentali, l’Archivio e le Nuove
Foresterie.
Sul retro delle Foresterie, dove oggi ci sono i negozi,
nel passato sorgevano il Teatro
Grande, il Tempio di Temanza, il Teatro
Minore e il Loco delle Vergini,
quest’ultimo era un orfanotrofio per l’infanzia in difficoltà.
Oggi solo il
Tempio dell’architetto Tomaso
Temanza, costruito nel 1770,
conserva la primitiva
destinazione.
Il Teatro Grande fu un vero splendore di Piazzola della famiglia Contarini, forse
conteneva mille posti,
furono organizzate feste sfarzose per la visita nella
Repubblica veneta nel 1685, di Ernesto Augusto vescovo d’Onasburg, duca di Brunswich alleato di Venezia nella lotta contro i
turchi e per la visita di Tomaso Henriquez de Cabrera de Toledo conte di Melgara.
I festeggiamenti che
Marco Contarini riservava agli
ospiti sono stati descritti in due libretti intitolati “l’Orologio del piacere” e “Circe “ fatti stampare nella tipografia –stamperia
che si trovava presso - il Loco
delle Vergini.
Al lato sinistro della Villa sempre all’esterno, si trova il Tempietto, un’opera di Eugenio Maestri, dove è racchiuso il monumento a Silvestro Camerini, commissionato dal nipote
Luigi, per onorare la memoria
dello zio.
La Villa nel retro
possiede un immenso parco di parecchi ettari, dove fu scavato un lago
per opera dei Camerini.
Nel parco ci sono tantissime piante ad
alto fusto di
notevole pregio.
Nel lago si allevano
cigni, anitre e si trova, inoltre, il Cristo delle acque, in bronzo
del grande scultore
Leonardo Bistolfi.
Dopo la famiglia dei
Contarini, che ebbe fine
nel 1836, la Villa fu
interessata da vari passaggi di
proprietà, passò in eredità ai
nobili Andrea e Pietro Francesco Giovanelli e
poi a Giovanni Correr.
Seguì un periodo di abbandono e decadenza della dimora
fintantochè nel 1852 , Silvestro Camerini,
divenne proprietario.
Silvestro Camerini nacque a
Castel Bolognese nel 1777, da una
modesta famiglia, rimase orfano e
grazie alla sua intraprendenza riuscì a distinguersi nel ramo dell’industria, divenne benestante,
si prodigò pure, nel campo della
beneficenza. Morì nel 1866.
L’unico figlio che
aveva, purtroppo, morì giovane ed ereditò il bene il nipote Luigi,
che si adoperò in molti lavori di restauro che risollevarono le sorti
della dimora e anche lui
continuò le attività filantropiche
dello zio.
A Luigi, successe Paolo Camerini nato nel 1868, che diede
vita ad importanti attività per
l’economia di Piazzola e del
circondario, istituì una filanda, una fabbrica di laterizi, di concimi ed un iutificio, una fonderia, una
fabbrica per la conservazione dei legumi, ecc.
Successivamente la Villa
divenne proprietà della
Fondazione Ghirardi, che ha il
merito di avere salvato la dimora dalla
stato di decadenza in cui era venuta a
trovarsi negli anni 1960-70, ha
curato il restauro, ridato splendore
e luce all’edificio.
Gli interventi sono stati consistenti visto le dimensioni
della costruzione e si cita qualche dato:
3.500
mq.
di rimozione e ricostruzione del tetto
2.000 mq.
di intonaci demoliti e rifatti
15.000 mq.
di tinteggiatura interna
Sono stati restaurati
1.500 mq. di
affreschi, 28 tele e
40 statue.
Inoltre, sono
stati rifatti pavimenti, scale,
soffitti ed infissi.
Il parco è stato rivitalizzato con lo scavo del laghetto
profondo circa 6 m.
Superati i momenti difficili, Villa Contarini è
ritornata ad essere
splendente e maestosa, un invito al sogno per il quale fu costruita.
Dal 2005 la Regione
Veneto è proprietaria della dimora,
mentre la gestione è affidata
all’Istituto Regionale Ville Venete (I.
R. V. V. )
Di recente è stato effettuato un importante ed accurato recupero
delle Vecchie
foresterie nel lato est della Villa, ed è
divenuto la sede del Museo della
Civiltà della Villa Veneta.
Villa Contarini è vincolata ai sensi delle leggi nn.
1089-1497 del 1939.
Villa Contarini è da considerarsi uno dei più
prestigiosi complessi architettonici
del Veneto ed è da tempo meta ambita di convegni, incontri culturali, scientifici,
artistici e promozionali, ospita
numerose mostre d’arte, cultura e scienza.
La Villa è aperta al pubblico tutto l’anno secondo i
seguenti orari:
09.00 / 12.00 - 14.00 / 17.00 periodo invernale
09.00 / 12.00 -
15.00 / 19.00 periodo estivo
Nelle antiche Cantine
palladiane funzione il servizio bar-ristorante.
Per info. Segreteria Villa Contarini – Fondazione G. E.
Ghirardi
tel. 049/5590238 fax
049/9619182 -
Una visita alla VILLA
risulterà senz’altro di
vostro interesse e gradimento.
Marisa dr. Sottovia
Gennaio 2007
Fonti: Ville Venete
di G. Bodefeld – B. Hinz - C. Semenzato